domenica 8 giugno 2008

L'uggiosa domenica dell'orata

“C’era una volta – domenica scorsa, per la precisione – un’orata che era stanca di passare le sue giornate nel freezer. Un bel giorno …. anzi … Un’uggiosa Domenica, decise di venire fuori dal freezer e di osservare il mondo dai vetri della cucina.”

E mi fermo qui; non vorrei che qualche bimbo leggesse il seguito e corresse a denunciarmi per crudeltà su un pesce congelato.

Effettivamente, la domenica era uggiosa, della serie cielo coperto, piove, non piove, ma si che piove, per giunta, in pieno Giugno quando bisognerebbe stare in spiaggia o da quelle parti.

E invece, tanta voglia di poltrire e di stare ai fornelli. La cambusa non era proprio fornitissima, ma tuttavia un’orata non consumata nel weekend precedente languiva nel freezer. Tiro un po’ di sfoglia ed impegno quasi tutta la mattinata nella preparazione di questi splendidi ed ottimi tortelli … o caramelle …. o fagottini. Insomma, non sono mai stato nazionale di pasta ripiena – ci vorrebbero i miei amichetti bolognesi per classificare la mia creazione.

Tortelli all’orata
Per 6 persone - circa 60 tortelli
- 400g di farina (io ho fatto metà di semola è metà 00)
- 4 uova intere e 2 tuorli
- Un’orata da 400 g (ma anche una spigola o dentice o altro)
- 200g patate lesse
- Timo e burro per mantecare


Si prepara una
sfoglia all'uovo con qualche tuorlo in più, per dare maggiore elasticità all'impasto ed evitare che il tortello si rompa in fase di chiusura.

La farcia è composta dalla patata bollita e dalle carni dell’orata cotta al vapore e sminuzzata con le dita per tirar via le spine. Un filo d’olio, per aiutare lo scorrimento nel sac-a-poche, sale e pepe.

Il tortello va chiuso a piramide o fagottino - e questo prende i 3/4 del tempo totale di preparazione - e cotto per 2 o 3 minuti in abbondante acqua salata. Quando il tortello viene a galla lo si prende con la schiumarola - che si porta dietro un po’ d’acqua di cottura - e lo si adagia in una padellona con burro fuso e tanto timo, facendo mantecare il tutto.



Scrivendo questo post m’è rivenuta fame …

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