venerdì 25 luglio 2008

Vi regalo la luna

La giornata è di quelle afose, col sole che ti brucia, le piante dei piedi che scottano al solo pensiero di dover attraversare i 50m di spiaggia che ti separano dalla battigia. Il vento aiuta tanto, ma se cala, non hai scampo, devi correre sotto l'ombrellone. E poi questa famiglia di fianco ... sono proprio fastidiosi ... pare che la mamma non riesca a scendere sotto i 50 decibel per ogni frase che rivolge ai suoi figli vogliosi di mare, di libertà, d'estate ... ma lei questo desiderio proprio non riesce a coglierlo.
In spiaggia c'è un gran via vai di venditori ambulanti; tanti migranti, ma anche qualche napoletano col solito "cocco". Gli indiani (o pakistani / bengalesi, chi sa) sono tanti, si conoscono tutti, si scambiano cenni col sopracciglio quando si incrociano. Sono specializzati nella gioielleria, all'indiana ovviamente. Argento, anelli, bracciali e pendenti. Alcuni sembrano dei veri e propri rappresentanti di pietre preziose provenienti dal triangolo d'oro: eleganti nei loro abiti lunghi di fresco cotone, col panciotto, ed una 24h che sembra mostrino ad una clientela selezionata individuata dal loro occhio esperto su quest'immenso litorale.
Ai maghrebini sembra siano riservate le categorie costumi ed asciugamani, ai cinesi i racchettoni e le canne da pesca. E poi ce n'è uno fantastico. Da dietro è una montagna di gomma iper-colorata che si muove lenta su 3 ruote di motorino (precisamente del SI Piaggio). Visto da davanti, Amir trascina la sua mercanzia a testa bassa sulla battigia, con gran fatica e sudore, anche se il suo è un carico d'aria, non dovrebbe pesare molto ... saranno le ruote del SI che sprofondano nella sabbia bagnata.

Poi finalmente arriva la sera ad alleviare le calure della giornata. E le calure svaniscono ancor di più se si spengono tutte le luci attorno, abbandonandosi alle 4 chiacchiere dopo cena, quelle che a casa non si riesce mai a fare e che grazie ad un limoncello e ad un pacchetto di sigarette diventano 4000 chiacchiere. E poi, all'improvviso, dal tetto della casa di fronte, eccola che spunta ... ce lo aspettavamo, sapevamo che era piena. Monto il teleobiettivo, macchina sul muretto, qualche foto di prova per trovare la giusta esposizione e poi ... eccola qui ... ve la regalo.

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